Breve storia

 

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Breve storia del S.O.E.T.

(da uno scritto di Gaspare Cannizzo, IX Gran Reggente)

 

R

iteniamo qui scrivere questa breve notazione che, abbiamo già pubblicato in altra sede[1] consigliando, a tutti gli interessati all’argomento, la lettura del libro di G. Ventura Templari e Templarismo,[2] di cui pensiamo si possano ancora trovare delle copie. Molte delle cose che qui diremo si trovano, meglio chiarite e specificate, in quel volume.

Sappiamo tutti dell’antico, vero ed originario Ordine del Tempio sorto nel XII secolo ed ufficialmente finito nel XIV. Sappiamo dei fatti e misfatti legati alle figure di Filippo il Bello di Francia e di papa Clemente V, e di tutta una serie di traditori e calunniatori che tanto si dettero da fare per la distruzione dei Templari. È appena il caso di sottolineare che ogni forma di superiorità e di grandezza genera invidia, calunnia ed odio.

La bibliografia esistente sull’Ordine del Tempio è enorme, e verosimilmente continuerà sempre a crescere, tanto è il fascino che esso ha esercitato e che sempre continuerà ad esercitare.[3] 

Ma non è dell’antico Ordine del Tempio che parleremo; soffermeremo la nostra attenzione, su ciò che viene definito Templarismo, cioè su quelle filiazioni odierne che si riallacciano ad una qualche trasmissione o retaggio templare, nel cui ambito si colloca il Supernus Ordo Equester Templi.

Il Templarismo si rifà a due fonti: una è quella dell’immissione di Cavalieri templari, sfuggiti alla persecuzione, in una Loggia Massonica Operativa scozzese, più propriamente quella detta di Kilwinning. Con questa Leggenda si tenta di legittimare la presenza templare nell’ambito della Massoneria e si giustificano i cosiddetti Gradi Templari nel Rito Scozzese. Poiché detta Leggenda non è inerente al tema trattato, la tralasceremo.

La seconda fonte, dalla quale si arriva all’odierno Supernus Ordo Equester Templi, che nulla ha a che vedere con la Tradizione massonica, è quella di una trasmissione di Poteri effettuata da Giacomo de Molay prima di finire sul rogo, in favore del Cavaliere Larmenius, che a sua volta li avrebbe trasmessi a Teobaldo di Alessandria, e così via di seguito, fino a giungere ai nostri giorni. L’Ordine, avrebbe continuato a vivere silenziosamente e con gli Statuti originari, fino al 1705, quando, Filippo di Borbone d’Orléans, divenuto Gran Maestro, ordinò l’adunanza generale dei Cavalieri, e, attesi i nuovi tempi, promulgò nuovi Statuti che, con qualche aggiunta o rifacimento, sono giunti fino a noi, attraverso una serie di Gran Maestri e di Reggenti. Nell’Archivio Nazionale di Francia, a Parigi, sono conservate apposite cartelle in merito.[4]

  Nell’ambito dei nuovi Statuti promulgati era d’obbligo di reclutare i membri fra la più alta aristocrazia e gli alti ufficiali privilegiando un tipo umano che incarnasse gli ideali eroici degli antichi Cavalieri nonché conservasse lo spirito della Cavalleria e della Tradizione.

Secondo la citata Carta di Trasmissione, firmata dallo stesso Larmenius ed attestante il passaggio regolare dei Poteri dallo stesso fino a Filippo d’Orléans detto “il Reggente”, abbiamo un’altra serie di Gran Maestri.

Dopo Filippo d’Orléans, con discendenza storicamente documentata, abbiamo:

-          Principe Louis August de Bourbon, Duca di Maine;

-          Principe Louis Henry de Condé;

-          Principe Louis François de Bourbon de Conty;

-          Duca Louis-Hercules Timoléon de Cossé de Brissac, che nella migliore Tradizione Templare, morì eroicamente durante la rivoluzione francese difendendo il Trono senza aver avuto il tempo di nominare un successore.

 

A questo punto cominciano le Reggenze più o meno provvisorie, le scissioni, le prevaricazioni, le confusioni. In tutti i paesi Europei, per quel che riguarda il nuovo Ordine del Tempio, è il caos. Ovunque si eleggono, o si auto eleggono, Gran Maestri e Reggenti; mestatori e profittatori, viepiù presenti in momenti di incertezza e di disordini, si inventano poteri e successioni. Certe storie si ripetono, con sconcertante regolarità. Da che il mondo è mondo, fa parte della natura umana credere a ciò che più gli fa piacere e comodo credere.

Ma non è neppure la disamina di queste storie che qui a noi interessa; a noi interessa vedere cosa sia avvenuto in Italia e come abbia scaturigine il nostro Ordine Sovrano dei Cavalieri del Tempio (O.S.C.T.)


[1] Cfr. G. Cannizzo, Notizie sul Supernus Ordo Equester Templi, in Vie della Tradizione, n° 95, pag. 105 e segg., Palermo, luglio-settembre 1994.

[2] Cfr. G. Ventura, Templari e Templarismo, Atanor, Roma, 1980.

[3] Cfr. G. Cannizzo, La tradizione templare, in Vie della Tradizione nn° 71-72-73, Palermo, luglio-settembre/ottobre-dicembre 1988 e gennaio-marzo 1989. Cfr. anche G. Cannizzo, Il Beauceant, in Vie della Tradizione, n° 6, pag. 37, Palermo, aprile-giugno 1972.

[4] Cfr. G. Ventura, op. cit., pag. 18.

 

Filippo II di Borbone-Orléans, detto il Reggente (1674-1723)

Gran Maestro dell’Ordine del Tempio dal 1705, indisse l’11 aprile di quell’anno la riunione del Capitolo Generale di tutti i Cavalieri Templari